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Quale ceramica scegliere per il pavimento

Un’idea pessima per il proprio pavimento è quella di scegliere una ceramica che finge di essere un altro materiale. Ci riferiamo al “finto-parquet”, ma anche al “finto-marmo”, o alla “finta-pietra”, etc.

Il motivo è abbastanza semplice: avrete in casa qualcosa che “sembra, ma non è”. È come andare a comprare bigiotteria, quella che finge di essere oro, ma che oro non è. E’ una soluzione kitsch, cioè di cattivo gusto. E non solo estetico. Ci si illude che comprando mattonelle di ceramica decorate o stampate con una texture che finge il legno si avrà lo stesso effetto del parquet. O si pensa addirittura di unire la bellezza del legno alla resistenza della ceramica. Niente di più sbagliato.

PRIMA DI TUTTO: COSA NON SCEGLIERE

L’effetto caldo del legno non può essere sostituito con una fredda mattonella dipinta. La percezione sensoriale di un pavimento in legno, non coinvolge solo il senso della vista, ma anche quello del “tatto”. Il legno sotto i piedi, infatti, è caldo e morbido a differenza della ceramica che è fredda e dura. Inoltre la sensazione piacevole data al solo senso della vista con il tempo scomparirà. L’usura degli agenti chimici che si utilizzano per lavare i pavimenti, ma anche l’azione meccanica data dallo spostamento degli arredi o il semplice calpestio degli abitanti della casa, consumeranno infatti la sottile patina di vernice su cui è stampata la texture della mattonella. Allora si vedrà che sotto quella patina non c’è il legno ma il materiale di cui è davvero composta la mattonella. Ci si ritroverà dopo qualche anno con qualcosa di amorfo, che non è per niente uguale al parquet consumato il quale conserva comunque la sua dignità ed il suo fascino.

Lo stesso dicasi per il finto-marmo o la finta-pietra, o il finto-ciottolato, etc. Lasciate stare anche gli effetti satinati-laminati, sono tutte smaltature che col tempo si usurano e vanno via. Imparate ad apprezzare la sincerità strutturale di un prodotto. Le finzioni sono tutta roba molto, molto, brutta. E non aggiungo altro. Unica eccezione alla regola è il “finto-cemento”, perché alla vista un pavimento in cemento è molto simile al materiale ceramico, basta guardare lo spessore di una mattonella per rendersene conto. Ed anche perché il cemento è un materiale composito, come la ceramica. Dunque, a parte queste inopportune imitazioni, la ceramica oggi è di grande tendenza negli interni. E si raggiungono anche ottimi risultati estetici con il suo utilizzo.

 

QUALE TIPO DI CERAMICA?

La ceramica (dal greco antico ‘kéramos’, che significa “argilla”) per i pavimenti viene prodotta oggi in tre tipologie: il gres porcellanato, la monocottura e la bicottura.
MONOCOTTURA: si tratta di piastrelle smaltate, subiscono un unico processo di cottura (cioè il supporto e lo smalto vengono cotti contemporaneamente). Sono adatte per la pavimentazione interna.
BICOTTURA: vengono prodotte con doppia cottura, la prima per il supporto e la seconda per lo smalto. Hanno una superficie delicata per le pavimentazioni, quindi vengono usate prevalentemente come rivestimento.
GRES PORCELLANATO: si ottiene attraverso la cottura a temperature molto alte e ad una pressatura molto elevata dell’impasto. Le temperature elevate consentono l’utilizzo di materie prime di migliore qualità, che danno alla piastrella maggiore compattezza e resistenza. Hanno un basso grado di assorbimento dell’acqua, per questo sono indicate per gli esterni, ma se volete potete anche metterle all’interno.

 

LE FINITURE DELLA CERAMICA

Per un pavimento esteticamente accettabile oggi scegliete ceramica opaca, non lucida. La ceramica smaltata lucida con il tempo tende a perdere la sua lucidità perché lo smalto che viene applicato non è altro che una patina sottile. Non scegliete decorazioni, ma mattoni in tinta unica. Se poi volete stare tranquilli che la mattonella conservi la sua esteticità in eterno allora comprate gres porcellanato colorato a tutta massa. Quest’ultimo è un prodotto che mostra in superficie esattamente i colori che attraversano tutto il corpo della piastrella. Se si scheggia un pavimento a tutta massa il danno visivo è minimo.

Fonte: www.architettodigitale.it