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Manutenzione della ceramica: solo acqua e un normale detergente

La norma UNI 11493 mette in evidenza come le piastrellature ceramiche debbano soddisfare i requisiti che ne consentano una efficace e agevole pulizia mediante periodica manutenzione. La tipologia, l’intensità e la tempistica di questi interventi dipendono non solo dalla quantità e dalle caratteristiche dei depositi di sporco, ma anche dalla corretta scelta dei materiali (lastre ceramiche, fuganti, adesivi, sottofondi ecc.) operata in fase progettuale sulla base delle previste condizioni di esercizio della piastrellatura.

Gli attori protagonisti
Il progettista: mette a punto la soluzione costruttiva, prendendo in considerazione le prevedibili sollecitazioni superficiali meccaniche e chimiche in funzione della destinazione d’uso e di esercizio della piastrellatura.
Il committente: fornisce al progettista tutte le informazioni d’uso degli ambienti e le sollecitazioni previste. Programma gli interventi di manutenzione con la frequenza e l’intensità necessarie a salvaguardare la pulizia, l’aspetto e l’integrità della piastrellatura.
Il posatore: esegue la piastrellatura conformemente a quanto prescritto. Si occupa della protezione e della cura delle opere fino alla consegna. Esegue, quando incaricato, interventi periodici di manutenzione impiegando tecniche, materiali e prodotti idonei.

In dettaglio
Per qualsiasi tipologia di piastrellatura ceramica gli unici interventi di manutenzione indicati dalla norma consistono nelle operazioni di pulizia periodica. Le piastrellature interne in cotto non pretrattato come noto richiedono invece nella maggioranza dei casi un ciclo iniziale di impregnazione da ripetere nel tempo in funzione delle sollecitazioni superficiali cui andranno soggette. Per agevolare gli interventi di pulizia di una piastrellatura ceramica, è buona regola adottare idonei sistemi di protezione (zerbini, passatoie ecc.) dove si prevedono sollecitazioni più importanti, come nella aree di ingresso (interno/esterno) o transizione tra diversi ambienti.

Generalmente gli interventi di pulizia vengono realizzati impiegando una miscela composta da detergenti e acqua. Importante evidenziare come sia le piastrelle, sia le fughe, non devono essere trattate con aggressivi chimici contenuti nel detergente. Tra questi i formulati a base di acido fluoridrico o suoi derivati, che risultano particolarmente aggressivi per la silice e i relativi materiali.

Nello specifico, per il trattamento delle piastrellature di locali residenziali, il lavaggio va eseguito mediante panno o spugna imbevuti di acqua pulita a temperatura ambiente o non maggiore di 40°C. In funzione delle condizioni di sporco si può impiegare una soluzione con detergente debole (pH 7-8) o forte (pH 9-10), completando con adeguato risciacquo. La UNI 11493 sconsiglia inoltre il ricorso a prodotti impregnanti o filmanti per creare pellicole aderenti alla piastrellatura, perché rischiano di trattenere con maggior forza rispetto alla ceramica lo sporco superficiale, rendendo la pulizia più difficile nel tempo.

Il lavaggio di piastrellature di ambienti pubblici e commerciali è raccomandato con soluzione detergente forte (pH 9-10) con eventuale acqua calda. Per eliminare invece tracce basiche o di calcare, va impiegato detergente acido con pH 5-6 seguito da abbondante risciacquo. Per interventi su ambienti di grande superficie è consigliabile il ricorso a pulitrici dotate di spazzole elettromeccaniche. Infine, per le piastrellature di ambienti industriali, la norma non esprime condizioni prestabilite se non l’impiego di detergenti idonei alla specifica rimozione della tipologia di sporco.

 

Fonte: www.ceramica.info